sabato 2 marzo 2024

“Il dolce sorriso della morte” di Roberto Ottonelli: un agghiacciante thriller milanese tra omicidi ed oscuri passati

Il dolce sorriso della morte, Roberto Ottonelli

“Non avevo un cambio, ma la cosa non mi preoccupò affatto. Mi sentivo bene, forte come non ero mai stato, in grado di vedere tutto con maggiore chiarezza. In una situazione del genere, appena poco tempo prima, sarei rimasto sopraffatto dall’ansia e avrei rischiato di perdere il controllo: adesso ero invece calmo, determinato.”

Milano, periferia sud-ovest. Marco Bordoni è un consulente finanziario che vive da sempre con la madre, l’unica figura femminile con la quale si sia mai approcciato, o quasi. La sua è un’esistenza segnata da un passato di abusi e di violenza con un padre violento e alcolizzato ed una madre troppo apprensiva, in parte per via dei sensi di colpa mai placati. Una vita di incubi notturni e diurni, di comportamenti difficili da controllare, un lato oscuro che emerge con il bisogno di uccidere.  

È questo il motivo per il quale una serie di omicidi si susseguono nel capoluogo lombardo: ad occuparsene l’ispettore capo Barzagli che indaga con il supporto di uno psicoterapeuta esperto di profili criminali. Non sarà semplice decifrare gli indizi e per l’ispettore il caso diverrà una vera e propria ossessione che rischierà di mettere in pericolo non solo la carriera ma tutta la sua vita.

“Il dolce sorriso della morte” (Mursia, collana Giungla Gialla Milano, 2023) è l’ultimo romanzo di Roberto Ottonelli, classe 1978, network engineer e papà affidatario già autore de Il Diavolo dentro (2017), Credidavvero (che sia sincero) (2020) e coautore di diverse raccolte di racconti, nonché vicepresidente e fondatore dell’«Associazione difesa donne: noi ci siamo», impegnata nella sensibilizzazione e prevenzione per il contrasto alla violenza di genere.

Una storia forte, non per cuori deboli, un viaggio nella mente di un uomo disturbato che non ha mai avuto il supporto che gli sarebbe stato necessario e vittima di un passato familiare violento nel quale nessuno mai lo protesse.

Marco Bordoni è ora un uomo ma non possiede gli strumenti per affrontare una vita fisicamente e mentalmente autonoma, gli omicidi diventano la sua valvola di sfogo come reazione di una perenne frustrazione.

Roberto Ottonelli

Poi un giorno quella donna si mostra gentile con lui e si sente un altro uomo, o così crede: ma veramente è possibile cambiare d'improvviso e dimenticare una vita così sofferta?

“Sudore. La macchia scura si espandeva sotto la giacca. Non la poteva notare nessuno, ma io sapevo. Non potevo sottrarmi al supplizio, all’umiliazione così normale, ricorrente, quasi rituale.”

Ancora una volta il bene e il male si contrappongono e lo fanno in maniera così cruda ed intrigante che non è troppo assurdo ritrovarsi, in alcuni momenti, a parteggiare per il protagonista.

“Amavo da sempre leggere, uno degli strumenti migliori attraverso cui interrogarsi e apprendere, anche perché nessuno mi avrebbe potuto giudicare.”

Si parla di amore, non ricevuto, di famiglia, disturbante, di malattia mentale e della difficoltà nella gestione privata e non solo. 

Senza dubbio uno dei romanzi più riusciti di Ottonelli, tra omicidi efferati, tentativi di riscatto e momenti di profonda riflessione nei confronti delle complicate esistenze dei protagonisti e in qualche modo anche delle nostre.

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domenica 25 febbraio 2024

“La mia Ingeborg” di Tore Rengberg: dalla Norvegia un’oscura storia familiare

La mia Ingeborg, Tore Rengberg

“L’amavo in maniera totale, come nessun altro uomo ha mai amato una donna e maledico le forze demoniache che me l’hanno portata via.”

Sono ormai trascorsi anni dalla scomparsa di Ingeborg, un giorno il marito, Tollak, tornò a casa e non la trovò. La cercarono tutti per i boschi che lei attraversava durante le lunghe camminate ma nessuna traccia fu trovata. 

“La mia Ingeborg” (Fazi Editore, febbraio 2024, traduzione di Margherita Podestà Heir) è il lungo racconto di Tollak che finalmente ha deciso di parlare e di far sapere ai suoi figli, ora lontani da casa dopo un’infanzia complicata, e al mondo cosa è accaduto realmente.

Un uomo ormai vecchio e solo che trovava il suo equilibro in quella moglie tanto desiderata e amata, nonostante la rabbia e il disprezzo nei confronti degli altri e di quel mondo che non è più come lo conosceva lui.

Quella che leggiamo è tutta la verità o solamente la sua? E chi in realtà Oddo, accolto da quella famiglia in seguito all’abbandono da parte della madre, lo scemo del villaggio, l’unico che è rimasto con Tollak?

Una storia oscura, un personaggio complesso e distruttivo, un thriller non-thriller che fa riflettere, disgustare e fortemente attuale.

“All’improvviso era arrivato il periodo buio. Si era insinuato come fa la bruma notturna quando cala sui campi.”

Una lettura trascinante, a tratti inquietante, a tratti toccante, impossibile ad un certo punto non chiedersi se siamo più interessati a scoprire che fine ha fatto Ingeborg o alle tenebre che dominano pensieri e azioni di Tollak.

Tore Rengberg
Un uomo testardo, a momenti sensibile, un padre inesistente ed una famiglia che a fatica può essere definita tale.

“Novembre era agli sgoccioli. Mi ero diretto verso la lampada, quella che Ingeborg accendeva sempre dopo cena, quella sotto cui sedeva tutti i giorni, con i suoi libri, i suoi giornali, era una donna che leggeva.”

Redenzione o desiderio di essere protagonista ancora una volta, per l’ultima volta, in quella che nasce come storia d’amore e si trasforma in inferno?

Premiato come miglior libro dell’anno dai librai norvegesi, “La mia Ingeborg” spiazza e colpisce per la forza della scrittura e la potenza del linguaggio adoperato. 

In poche parole, terribile e bellissimo.

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martedì 13 febbraio 2024

“L’aria innocente dell’estate” di Melissa Harrison: la nostalgia del passato e la crudeltà del presente

L'aria innocente dell'estate, Melissa Harrison

“Ero una strana bambina, ora lo capisco; di sicuro secondo i flemmatici, pratici criteri delle famiglie di agricoltori della zona. Preferivo la compagnia dei libri a quella dei miei coetanei e venivo spesso rimproverata dai miei genitori perché abbandonavo i doveri a metà, distratta dal mondo più ricco e fervido della mia mente.”

Inghilterra, primi anni Trenta. Edith ha quattordici anni e vive con la sua famiglia in una fattoria nella quale il lavoro non manca mai per nessuno. Il paesaggio è quello rurale che affascina da sempre ma la gente non se la passa troppo bene, impoverita dalla recente Grande Guerra e dalla Grande depressione

La quotidianità ben consolidata viene però turbata dall’arrivo di Constance FitzAllen, giornalista di Londra giunta in paese per scrivere sugli usi e costumi dei contadini del luogo. 

Edith, che si è sempre sentita diversa dagli altri e che da sempre preferisce la compagnia dei libri ai giochi, è subito affascinata da questa donna che indossa i pantaloni e che svolge un lavoro solitamente svolto da uomini. Solo con il tempo si renderà conto che Constance, che lei considerava una mentore, non è come lei pensava e sta provando a diffondere le sue idee politiche, portate lì da Londra, che potrebbero essere molto pericolose e danneggiare il piccolo villaggio.

Il tempo del raccolto si avvicina, le pressioni sono tante per tutti e in particolare per Edith, comprendere cosa fare e con chi schierarsi non sarà semplice e basterà poco perché tutto precipiti improvvisamente.

“L’aria innocente dell’estate” (Fazi Editore, 2023, traduzione di Stefano Bortolussi) è il primo romanzo tradotto in Italia della scrittrice britannica Melissa Harrison, classe 1975.

Un vero e proprio capolavoro, l’immagine di un mondo arcaico e patriarcale, l’incontro tra ciò che fu e ciò che ora è, con la paura del nuovo visto con gli occhi della giovane protagonista e con quella dei genitori e degli abitanti del paese.

“È difficile immaginare, quando stai crescendo, che il mondo potrebbe essere diverso da come lo vedi, poiché la normalità ammonta a ciò che sperimenti per la prima volta, e solo il passare del tempo ti fa capire che la tua infanzia avrebbe potuto essere diversa da quello che è stata.”

I dettagli, le descrizioni dei paesaggi che incontrano pensieri e speranze di Edith, sono affascinanti e vividi, pregni di libertà e tormento, di natura incontaminata minacciata dall’avvicinarsi delle città.

“L’aria innocente dell’estate” è la visione di un mondo scandito dai ritmi della campagna accompagnata dai grandi temi di quel periodo storico inglese: la divisione in classi sociali, il patriarcato, le tradizioni contadine, gli ideali politici che si credevano potessero rivoluzionare ogni cosa.

“È inutile che una donna si arrabbi, bambina mia. Non cambia nulla, oppure cambia tutto. E nessuna delle due cose va bene.”

Melissa Harrison

Melissa Harrison è forse nata nell’epoca sbagliata perché in lei, nella sua scrittura e nelle sue storie, c’è così tanto di autori come Thomas Hardy o Charlotte Brontë.

Una narrazione netta e delicata al tempo stesso, protagonisti ben delineati che contribuiscono, ognuno a modo proprio, a mostrarne la realtà, i luoghi e la quotidianità.

Ed un finale potente e spiazzante che davvero non ci saremo mai aspettate.

“Ora mi rendo conto che erano gli ultimi vittoriani, che abitavano un mondo ormai scomparso da tempo, e che visitandoli si godeva di una tregua momentanea dalle ansie dell’età moderna, da quella sensazione sotterranea che in quegli anni tormentava tutti, me compresa: la percezione che le cose stessero andando velocemente nella direzione sbagliata.”

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lunedì 11 dicembre 2023

“Il Mistero di Funomiya Migako” di Serena Lavezzi: il nuovo intrigante giallo giapponese della scrittrice piemontese

Il segreto di mio marito, Serena Lavezzi

“Aveva indirizzato i suoi pensieri verso un’altra questione che non la lasciava tranquilla. Avrebbe dovuto raggiungere Otsuki e cercare Kohei per parlargli di persona? Ci aveva riflettuto a lungo, ma cosa gli avrebbe detto una volta trovato?”

Funomiya Migako è una giovane donna che da sempre desidera scrivere e avere la sua indipendenza mentre la madre la vorrebbe solo sposata. Lei stessa si stupisce quando incontra quello che diventerà suo marito. 

La loro vita a Kobe scorre tranquilla, Migako è finalmente una scrittrice di gialli di successo e una nota rivista le chiede di scrivere un romanzo a puntate.

Le cose cambiano quando la sorella, che vive nella casa di fronte alla sua, le chiede aiuto per via del marito che, partito per lo Shikoku per il funerale di un amico, non è più tornato a casa. Migako parte subito da Kobe con l’intento di ritrovare il cognato, spinta inoltre da un vecchio segreto che potrebbe stravolgere la sua vita.

“Nessuno si preoccupava della sua assenza, o era in un appartamento o nell’altro. Non si era mai allontanata da sola. Migako era sempre stata così, indipendente, pensierosa, creativa.”

Il romanzo di Serena Lavezzi (autrice di diversi romanzi e saggi ambientati in Giappone e nell’Asia orientale), “Il segreto di mio marito” (dicembre 2023), primo volume della trilogia "Il Mistero di Funomiya Migako", è un bellissimo giallo, di quelli che intrigano fin dalle prime pagine. Migako viene raccontata dalle origini, cresciamo insieme a lei e con lei scriviamo il romanzo a puntate dal titolo “Il segreto di mio marito”.

“Avrebbe scritto una nuova storia e ogni cosa avrebbe trovato il suo posto. In fondo era quello che aveva sempre voluto.”

I misteri si moltiplicano, le storie rischiano di incrociarsi ma ciò non capita mai e gli intrecci rimangono sempre, e con maestria, ben distinti, sebbene con piccoli dettagli che fanno intuire quanto della protagonista via sia in ciò che scrive per mestiere.

Serena Lavezzi
Il tutto tra luoghi bellissimi, dettagliatamente descritti tanto da catapultarci in modo vivido nelle varie ambientazioni. 

“La cosa che amava di più da bambina erano i fiori e i
libri.”

Una storia nella storia, entrambe affascinanti allo stesso modo, un giallo nel giallo, una donna che rivendica la sua libertà e non si fa scappare la possibilità di intraprendere un viaggio durante la quale si troverà ad investigare sulla scomparsa di Kohei e potrà riflettere sulla sua esistenza e su quel passato che sembra voler riemergere prepotentemente.

“Era per questo che si era allontanata da Kobe così a cuore leggero? Non era forse la fama come scrittrice che aveva sempre cercato? Sì, in fondo al cuore, per cancellare qualcos’altro nascosto ancora più in profondità.”

Un viaggio per gli amanti del Giappone, dei gialli intrisi di enigmi, delle storie emozionanti che restano nel cuore. 

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sabato 18 novembre 2023

“Grida” di Nicola Rocca: un nuovo intrigante thriller tra violenti e misteriosi omicidi in bergamasca

Grida, Nicola Rocca

“La donna scosse la testa. Forse non sapeva. O non voleva parlare. Del resto, la macabra fine dell’amica era un chiaro invito a tenere la bocca chiusa.”

Il corpo di Elisa Verzeni è stato trovato senza vita in un parco della periferia di Bergamo: è subito chiaro che sia stata violentata e poi colpita con violenza.

Il commissario David Walker si mette immediatamente al lavoro ma la sua attenzione viene distolta da un inaspettato nuovo omicidio, quello di Nicoleta, una prostituta romena abbandonata sul ciglio della strada, in una zona di Dalmine nota per la prostituzione.

Oltre allo strangolamento l’omicida ha pensato bene di cucire le labbra con filo e ago, come per impedirle di parlare di qualcosa che potrebbe aver visto e sentito.

Il lavoro diventa complicato e se in un primo momento i casi delle prostitute, Nicoleta non sarà l’unica vittima, sembrano non avere collegamenti con Elisa Verzeni, le indagini riveleranno ben presto dei punti di contatto molto importanti. Ciò che è certo è che si tratta di un assassino seriale che viene subito ribattezzato dai media il killer delle prostitute.

Riusciranno Walker e l’ispettore Scola a rintracciare l’omicida? E se quanto accaduto avesse a che fare con il passato?

Il nuovo romanzo di Nicola Rocca, “Grida” (Enneerre, ottobre 2023), è ancora più intenso, violento e crudo dei precedenti.

Compiamo, insieme al commissario Walker, un viaggio attraverso la sofferenza umana e ciò che questa può portare, alle sue conseguenze più profonde e desolanti.

I flashback rendono la storia ancora più cupa ed interessante, entrare nella mente di uno dei protagonisti, nella sua psiche, fa riflettere su quanto l’uomo può interiorizzare quanto subisce e su quanto pericolose possono essere le reazioni.

"Leggeva di tutto. Da sempre. A volte, quando non riusciva a dormire, i libri lo aiutavano a conciliare il sonno. Quando invece non c'era proprio verso di addormentarsi, gli tenevano compagnia, evitandogli di trascorrere la notte fissando la stanza buia e silenziosa."

Nicola Rocca
Le grida evocate dal titolo sono quelle dei morti che rivendicano giustizia ma al tempo stesso quelle dei vivi che vagano inesperti alla ricerca di un significato per una vita subita senza un adeguato supporto.

Un inseguimento che pare essere senza fine, follia che si amalgama alla brutalità degli omicidi, donne che non hanno scelto i loro destini ma li hanno dovuti subire fino al loro ultimo respiro.

Un nuovo coinvolgente e sconvolgente thriller che trascina il lettore dalla prima all’ultima pagina lasciandolo senza fiato, alla ricerca di ogni piccolo dettaglio in una trama ben pensata e ricca di visioni che rimangono impresse ben oltre la lettura.

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venerdì 8 settembre 2023

“Il valzer dei traditori” di Rosa Teruzzi: morte e mistero a Milano tra le inquietudini e i timori del cuore

Il valzer dei traditori, Rosa Teruzzi

“Il pugno gli partì istintivamente. Prese Fiorella in pieno viso, sulla bocca. Per il contraccolpo, lei cadde all’indietro, batté il capo contro uno spigolo del tavolo di rovere e rovinò a terra, tirandosi addosso la tovaglia e il piattino con le fette di mela pronte per il pappagallo. Non era morta, pensò l’uomo guardandole il petto, che si alzava e si abbassava affannosamente mentre cercava di dire qualcosa. Non era morta, ma una macchia scura le si stava allargando sotto la tempia.”

Il tempo non è dei migliori a Milano, il cielo è grigio e il rumore della pioggia battente avvolge tutto. L’umore di Libera non è differente e la sua inquietudine per la relazione con Gabriele, che aspetta un figlio da un’altra donna, non è semplice da scacciare. 

Ma c’è qualcosa di più urgente: la figlia Vittoria esce ogni sera senza dire dove va e quando madre e nonna, le Miss Marple del Giambellino, scoprono gli appostamenti per scagionare il padre del compagno, decidono di ritornare in pista e indagare, ancora una volta, con l’aiuto del Dog e della fedele Irene. Armando Belardinelli è stato accusato di omicidio volontario nei confronti di una nota ricettatrice, tutti gli indizi sembrano contro di lui ma qualcosa non torna. Sarà necessario scavare nel passato e dare ascolto ad un protagonista insolito, un pappagallo che potrebbe aver sentito, e ripetuto, qualcosa che non doveva.

Nel frattempo, Libera tenta di sistemare almeno la sua situazione sentimentale ma ricompare anche Furio, sempre così appassionato, che forse non si è ancora rassegnato alla scelta dell’affascinante amica.

“Il valzer dei traditori” (Sonzogno, maggio 2023) è il nuovo capitolo delle vicende delle ormai mitiche Libera e Iole (la madre ultrasessantenne dallo stile hippy): difficile non affezionarsi a loro due, così diverse ma accomunate dal desiderio di aiutare gli altri e darsi sempre da fare.

Rosa Teruzzi
L’autrice, Rosa Teruzzi (esperta di cronaca nera, caporedattrice della trasmissione di Rete 4 Quarto grado) vive e lavora tra Milano e Colico, sul lago di Como e ha precedentemente pubblicato per Sonzogno “La sposa scomparsa" (2016), “La fioraia del Giambellino” (2017), “Non si uccide per amore” (2018), “Ultimo tango all’Ortica” (2019), “La memoria del lago” (2020), “Ombre sul Naviglio” (2021) e "Gli amanti di Brera". E proprio come Libera e Iole vive in un casello ferroviario nel quale scrive anche i suoi libri.

I misteri non mancano neppure stavolta così come i fiori (Libera è una fioraia e non ha mai interrotto tale lavoro) con i loro colori e il linguaggio differente e adattabile ad ogni situazione. Non manca neppure l’amore, quello di Libera, che forse comincia a rendersi conto di piccoli dettagli della sua relazione così passionale che non le vanno a genio, quello di Vittoria, sempre così riservata e quelli di Iole, che forse stavolta frequenta un uomo diverso dal solito.

“Nonostante la doccia appena fatta, anche Libera si sentiva ancora addosso il profumo di mela verde di Gabriele. Non succede mai che un libro, se è buono, non abbia una suggestione da darci. Basta saperla cogliere. E fu pensando a questo che finalmente, verso le quattro del mattino, si addormentò.”

Un altro bellissimo giallo milanese nel quale immergersi per indagare con le protagoniste, sognare con loro, vivere le loro incertezze e felicità di donne forti e sensibili, sempre in bilico tra sentimenti contrastanti e scelte non semplici. Proprio come noi lettrici.

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mercoledì 6 settembre 2023

“Weyward” di Emilia Hart: tre donne coraggiose, il potere e fascino della natura e la prepotenza degli uomini

Weyward, Emilia Hart

“Anche sua madre era così? Anche lei avvertiva il richiamo della natura con la stessa forza con cui lo avvertiva Violet in quel momento? E che cosa poteva esserci di così sbagliato in questo?”

Kate vive a Londra, ha 30 anni e un giorno trova il coraggio di fuggire da quella vita e da quell’uomo che si erano trasformati in una vera e propria prigione. Si rifugia nel Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna lasciata a lei in eredità da una prozia vista una sola volta tanti anni prima. Subito intuisce che quel posto nasconde dei segreti dalle lontane origini e si sente protetta come non mai. 

Quasi parallelamente ma nel 1942, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, Violet vive insieme al padre e al fratello in una vecchia dimora di famiglia. Lei vorrebbe solamente arrampicarsi tra gli alberi, stare in mezzo alla natura e sapere qualcosa di più su quella madre di cui nessuno vuole parlare e della quale l’unico ricordo è un medaglione con una W.

Nel 1619 Altha vive con la madre che le ha insegnato l’amore per la natura e i suoi segreti e per questo viene accusata di stregoneria. Un contadino del villaggio è morto improvvisamente, pare che lei si trovasse da quelle parti e quale migliore colpevole di una donna che si comporta in modo insolito?

Le donne Weyward sono uniche e tutte strettamente legate alla natura, nessuno può dire loro cosa fare e se anche ancora non lo sanno le loro esistenze saranno per sempre unite, nel bene e nel male, e dovranno combattere in un mondo di uomini troppo spesso violenti.

“Weyward” (Fazi Editore, luglio 2023, traduzione di Enrica Budetta), dell’australiana Emilia Hart, è un romanzo indimenticabile, con una copertina stupenda, che ci fa viaggiare per cinque secoli in compagnia di tre donne forte e ribelli che conservano un segreto che parla di fiori, di alberi, di insetti e di quanto di più bello la natura ci offre.

È anche la storia di un mondo patriarcale nel quale le donne più colte vengono chiamate streghe o alle quali viene proibito di coltivare la propria vita per poterle tenere sotto controllo con maggiore facilità.

“Sì, un giorno avrebbe lasciato Orton Hall e girato il mondo… da scienziata. Da biologa, sperava, o forse da entomologa? Qualcosa che aveva a che fare con gli animali, comunque, che, secondo la sua esperienza erano di gran lunga preferibili rispetto agli esseri umani.”

È una storia affascinante di donne che faticano ad andare avanti ma che in un momento
preciso trovano la loro strada e la personale sicurezza, di libri che possono salvare, di uomini che fanno la differenza in mezzo a tanta cattiveria.

“Per un po’ aveva pensato di aver perso per sempre la capacità di godersi la magia della lettura: la capacità di immergersi in un altro tempo, un altro luogo. Era stato come dimenticare di respirare.”

Emilia Hart
“Weyward” è un romanzo coraggioso, magico ed emotivo che ti cattura fin dalle prime pagine e non ti molla più, rimanendo impresso ben oltre la lettura.

La natura fragile e maestosa è specchio delle donne e con esse si intrecciano i rapporti materni e paterni che colpiscono per l’intensità regalandoci storie intense e fortemente attuali, al di là delle ambientazioni temporali.

“Non avevamo mai pensato a noi in questi termini, mia madre e io. Perché ‘strega’ è una parola inventata dagli uomini, una parola che dà potere a chi la pronuncia, non a coloro che descrive. Una parola che erige forche e roghi, che trasforma donne vive in cadaveri.”  

Uno stile travolgente, un libro da tenere vicino al cuore per ricordare che nonostante tutto e tutti la caccia alle streghe non è mai terminata ma che noi stesse possiamo coltivare la forza per andare oltre. 

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