domenica 28 maggio 2017

“Prato Gold (Un maledetto figlio di puttana)” di Nicola Rocca: quando il raggiro è dietro l'angolo

Prato Gold, Nicola Rocca
“Non conviene mai dire tutta la verità a quella gente. Se fai capire che sei disposto a pagare tutto l’oro del mondo per avere tra le mani un biglietto Prato Gold è finita. Ti succhiano il sangue, ti svuotano il borsellino e ti rifilano un falso con cui non puoi nemmeno pulirti il culo.”
Willy e Silvia sono eccitati per il mega concerto del loro idolo che si terrà a San Siro, così decidono di partire presto e trovano persino facilmente parcheggio. Vasco Rossi si sa, richiama fans da tutta Italia e i biglietti vanno subito a ruba. 

Anche loro hanno fatto fatica a trovare dei biglietti come si deve: si sono dovuti però accontentare di un solo biglietto Prato Gold ed è sul prato che vogliono stare, tra le prime file e il più possibile vicini al palco

L’idea è quindi quella di avvicinare un bagarino e comprare da lui il biglietto mancante. 

Ma come evitare di prendere una fregatura come già capitato ad un loro amico tre anni prima?

Un’impresa certo non facile quella dei due protagonisti di “Prato Gold (Un maledetto figlio di puttana)” (Enneerre, aprile 2017), l’ultimo racconto di Nicola Rocca che in apparenza è differente dai precedenti di stampo noir ma che regala un finale a sorpresa che fa cambiare idea.

Chi non è stato ad un concerto ed è stato fermato da un bagarino? Ma quanti poi hanno acquistato da loro e quanti altri sono stati fregati?

“Decisi di non replicare. Spiegare alla mia ragazza la difficoltà di trovare un altro biglietto Prato Gold era come dire a una bambina che Babbo Natale non le avrebbe portato la casa grande della Barbie perché papà e mamma non avevano i soldi per acquistarla.”

Un tema attuale narrato con concretezza e ironia, l'eterna lotta tra il bene e il male, che vede protagonista involontario uno dei cantanti italiani più amati di sempre e passione dello stesso autore.

Un cantante rock per una storia decisamente rock, da leggere tutta di un fiato in un momento di relax e in attesa del nuovo misterioso romanzo in uscita nell'autunno 2017!

E ricordate, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!



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Biografia di Nicola Rocca:

Nicola Rocca nasce a Bergamo il 23 settembre 1982 e vive a Sotto il Monte. 

Nel dicembre del 2013 esordisce nel mondo della narrativa con “FRAMMENTI DI FOLLIA” (Editrice GDS), un’antologia di racconti thriller/noir (finalista al Premio Giuseppe Matarazzo 2013). Nell’estate del 2014 pubblica “CHI ERA MIO PADRE?” (Silele Edizioni), il suo primo romanzo thriller, che nel gennaio del 2015 scala le classifiche di Amazon, rimanendo in vetta per più di tre settimane.

A quel punto decide di autopubblicarsi, e lo fa con alcuni brevi racconti in formato digitale (Cold Case; L’unica soluzione possibile; Un ragazzo sveglio; Un impellente bisogno). 

Soddisfatto, crea il marchio Enneerre, con il quale pubblica LA MORTE HA L’ORO IN BOCCA, il suo secondo romanzo e DUE GOCCE D’ACQUA, il suo terzo romanzo. 

Attualmente sta lavorando a un nuovo romanzo, che vedrà la luce nell’autunno del 2017.

giovedì 25 maggio 2017

“Dillo tu a mammà” di Pierpaolo Mandetta: quando le vie dell’amore e della famiglia sono infinite

Dillo tu a mammà, Pierpaolo Mandetta
“Eppure c’era un periodo in cui essere felice sembrava irrilevante, non ti domandavi se lo fossi oppure no. Esistere era una consuetudine meccanica, non ragionavi su come si facesse o sul modo corretto per farlo; esistevi perché respiravi, correvi, mangiavi e queste azioni erano sufficienti. Ripenso all'infanzia in cui non c’erano conti in sospeso con il destino, perché io avevo mamma, e lei contava su papà, che badava a Santina, che si prendeva cura di me.”
Samuele vive a Milano ormai da alcuni anni ma finalmente ha deciso di tornare giù al sud, nel Cilento, per comunicare alla famiglia che si sposa. Con lui Claudia, l’amica milanese, l’unica di cui si fidi realmente, single incallita e prezioso sostegno. Capita però che il padre di lui, durante la festa del paese, annunci che il figlio si sposerà con Claudia e Samuele non sa cosa fare perché lui è omossessuale e vuole sposare il compagno Gilberto. E ora? Come dirlo ai genitori senza creare un putiferio? Forse è meglio tornare a Milano e fare finta di niente?

“Dillo tu a mammà” (Rizzoli, maggio 2017) non è il primo romanzo di Pierpaolo Mandetta ma è senza dubbio il più completo e maturo, quello che in qualche modo racchiude i precedenti e sfocia in riflessioni importanti e nelle quali ogni lettore può ritrovarsi.

Si parla di giovani adulti alle prese con le scelte più importanti della vita, tra lavoro, amori più o meno corrisposti, di sensi di colpa nei confronti delle aspettative dei genitori, che talvolta si mostrano però più flessibili di quanto ci si sarebbe aspettati, dell'ansia di vivere che potrebbe travolgerci e anche di bullismo.

“Lo pensavo per convincermi. Per far coincidere i miei pruriti adolescenziali con le speranze di mamma e papà. Quelle speranze che un figlio non chiede, non ne vede l’esigenza, ma che loro producono ugualmente. Prima per il tuo bene, perché credono che i tuoi desideri siano immaturi o acerbi, e poi, piano piano, per il loro.”

Tutti, chi prima chi dopo, ci scontriamo con scelte difficili che dividono cuore e cervello e a condizionarci è anche la famiglia. Quella di Samuele, del Sud, è tra le più tradizionaliste e abitudinarie e questo complica ancora di più le cose.

“Si sa, nelle case del Sud è quasi una tradizione che le persone si sentano in colpa per questo o per quello. Che si sacrifichino in virtù di un volere più alto, che si pieghino alla famiglia e quasi aspettino la sua morte metaforica per poter fare, un giorno, ciò che davvero sognano e sentono.”
Pierpaolo Mandetta

Ci sono poi i ricordi del passato, la difficoltà di trovarsi in un luogo lontano e diverso da casa, i rimpianti (chi non li ha!) per quell’infanzia ormai trascorsa in cui tutto scorreva con spensieratezza.

“Dillo tu a mammà” colpisce al cuore con forza, commuove, fa riflettere ma fa anche ridere di gusto perché l’ironia non manca di certo al giovane autore cilentano classe 1987 che in questo romanzo racconta una storia che in parte è sua, suoi sono i luoghi descritti, tra boschi, montagne e bianche spiagge e per capirlo è sufficiente aver seguito il suo blog, VagamenteSuscettibile, o la sua pagina Facebook (oltre centomila i followers)  con i racconti delle mille peripezie di ragazzo del sud trasferitosi nella caotica, ma al tempo stesso ricca di opportunità, Milano.

Perché alla fine “Dillo tu a mammà” è un po’ il raggiungimento di un sogno per Pierpaolo Mandetta, è il riconoscimento di una scrittura che è dovuta passare prima tramite diverse autopubblicazioni e tramite il seguitissimo blog.  

“Dillo tu a mammà” è fresco, coinvolgente, si fa divorare in poche ore e ha una copertina davvero bella che non passa certo inosservata.

È uno di quei libri dei quali si sente la mancanza una volta giunti all'ultima pagina perché Pierpaolo è uno di noi e lo sono anche Samuele e Claudia, così preoccupati del futuro, a volte imbranati e insicuri, bramosi di serenità e avversi alle costrizioni ma soprattutto così reali.

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lunedì 22 maggio 2017

Alla scoperta delle librerie e dei librai indipendenti d’Italia: la Libreria Paese d’ombre di Gianpiero Carta

© Rebecca Mais
"Una casa senza libreria è una casa senza dignità, — ha qualcosa della locanda, — è come una città senza librai, — un villaggio senza scuole, — una lettera senza ortografia." Edmondo De Amicis
Oggi parliamo di specie in via di estinzione. Di quale animale si tratta? No, no, nessun animale, parliamo di librerie indipendenti italiane!

Sì, è ormai palese che le librerie indipendenti italiane stiano, purtroppo, sparendo, con una velocità incredibile. Le grandi catene e la vendita di libri scontati nei supermercati, ma non solo, hanno debilitato i coraggiosi librai che si battono quotidianamente per portare avanti con passione le loro attività che contribuiscono alla diffusione della cultura in un’Italia che legge sempre meno.

Certo, tutti amiamo entrare nelle mega librerie di qualche nota catena, stipata di libri, ma vogliamo mettere con l’atmosfera delle librerie indipendenti, con un libraio che può darci consigli letterari, che ama parlare con chi varca la soglia della sua casa, con la tranquillità di un luogo in cui rilassarsi e girare indisturbati senza essere sepolti dalla folla?

Con questa mia rubrica voglio riscoprire le librerie indipendenti italiane, quelle che resistono e vanno avanti nonostante tutto e tutti, quelle dei piccoli paesi e delle grandi città.

Per cominciare vi presento la Libreria Paese d’ombre di Gianpiero Carta sita a Villacidro, una cittadina di poco più di quattordicimila abitanti nel Medio Campidano, a sud ovest della Sardegna. La libreria prende il suo nome da “Paese d’ombre” il romanzo dello scrittore Giuseppe Dessì che nel 1972 vinse il Premio Strega e che a Villacidro trascorse gli anni più belli della sua infanzia e adolescenza. 

A due passi dal municipio e dalla chiesa patronale la libreria di Gianpiero si trova in una zona strategica e fermarsi di fronte alla sua sempre aggiornata vetrina è ormai d’obbligo per chi transita di lì. Il passo successivo è entrare, come ho fatto io così tante volte, scoprire un libraio gentile, talvolta sostituito da un altrettanto gentile sorella, ed una miriade di libri tra i quali perdersi, divisi per generi, autori, con una parte dedicata completamente ai piccoli lettori ed un’altra, altrettanto importante, agli autori sardi, con un angolo completamente riservato agli scritti di e su Giuseppe Dessì.

Ma preferisco fermarmi qui e lasciar parlare il nostro impavido libraio indipendente.


© Rebecca Mais
Benvenuto nel mio blog Gianpiero. Quando e per quale motivo hai deciso di intraprendere il mestiere di libraio?

Ciao Rebecca, grazie a Te per avermi ospitato nel Tuo blog. Il “quando” preciso e decisivo della mia scelta è stato una notte di riflessione dopo aver avuto una brevissima esperienza di lavoro da dipendente. Il “quale motivo” personale l’amore per i libri, il loro profumo rilassante e terapeutico nonché l’amore per la conoscenza. Il “quale motivo” economico, la mancanza di una libreria nella mia cittadina.


Parlaci della tua Libreria Paese d’ombre. Come è, fisicamente, e cosa rappresenta per te?

Fisicamente si presenta in due settori/spazi ben distinti; uno dedicato alla narrativa e saggistica ed un altro alla manualistica e testi per ragazzi. Per me rappresenta il mio spazio vitale e sociale, quasi non lo vedo come un lavoro, ma bensì come un luogo di accrescimento spirituale e di conoscenza.


Una zona della tua libreria è dedicata ai lettori più piccoli. Quali sono i titoli da loro preferiti? 

I lettori di più piccoli si appassionano per i libri che permettono loro un’interazione con il racconto stesso o che lascino uno spazio ad un loro intervento nello scorrere degli eventi della narrazione.


C’è un genere più richiesto tra i lettori adulti?

Tra i lettori adulti, che per mia personale esperienza sono prevalentemente donne, non vi è un genere che prevale nettamente sugli altri. Azzarderei saggistica.

© Rebecca Mais
Hai mai pensato ad un franchising per la tua libreria?

Pensato mai, proposto innumerevoli volte e fortunatamente sempre rifiutate. Voglio essere un libraio e non un commesso.


Quale pensi sia il problema principale per le librerie indipendenti? Le persone che non leggono o qualcosa di più profondo?

Penso sia la poco tutela da parte degli editori nei confronti delle librerie indipendenti, non riconoscendo in noi il vero polmone vitale della promozione e diffusione del libro.


Immagino ti arrivino richieste di ogni tipo ma qual è la più assurda che ricordi?

Ormai è una richiesta assurda continua: “quanto è lo sconto”, prima ancora di sapere che libro o scrittore desidera il lettore.


Quanti libri leggi in media in un anno? 

Mediamente circa trenta.
Almeno due/tre al mese credo sia terapeutico.


L’ultimo libro letto?

“Il grande nudo” di Gianni Tetti


Come il diffondersi delle nuove tecnologie ha influenzato il tuo mestiere di libraio?

Le nuove tecnologie quando usate bene sono un vantaggio per tutti. La diffusione della lettura passa anche tramite gli e-book. o altri modi di lettura. Quando uno ama un libro alla fine lo vuole “possedere” materialmente, ossia in formato cartaceo. Non ho mai visto i librai scendere in sciopero contro “nuove forme di lettura”… vedi esempi recenti in altri settori .
© Rebecca Mais
Credo sinceramente che ancora ad oggi la rivoluzione tecnologica più avanzata sia il libro.


Qual è, per te, il cliente ideale?

Quello con cui chiacchierare di libri e scrittori… cioè di noi e di vita.
Non è necessario l’acquisto.


Per quale motivo un lettore dovrebbe preferire una libreria indipendente ad una grande catena?

Le motivazioni sono strettamente personali... ma da Noi un lettore dovrebbe sentirsi più “libero”, e “tutelato” rispetto alle imposizioni del mercato o dettato dagli sconti civetta.

  
Un augurio per il libraio che ti succederà in questa rubrica?

Coraggio, la nostra è una “missione” meravigliosa.


Ti ringrazio Gianpiero e spero che le tue parole contribuiscano a ricordare ai lettori (attuali e futuri) che esistono tante altre librerie come la tua, indipendenti, ricche di libri e di passione di chi come te ci ha creduto e continua a farlo.

Alla prossima libreria italiana indipendente! 

Pagina Facebook Libreria Paese d'ombre

sabato 20 maggio 2017

“Tander: Dentro di noi l'energia dei fulmini” di Cristina Vichi: quando la volontà e la forza dell’amore superano tutto e tutti

“Mentre il ragazzo passava accanto a loro, Niki fu invasa da un brivido inspiegabile, come una sorta di impercettibile scossa elettrica. Era stata una strana emozione, che non aveva mai provato in vita sua. Una sensazione forte e inaspettata, che la scosse tanto da farla sentire in imbarazzo. Quel tipo le aveva soltanto camminato vicino, come poteva sentirsi tanto eccitata?”
Il 20 maggio 2017 è una data speciale! Blog di ogni parte d’Italia, e non solo, parleranno in contemporanea del nuovo romanzo della scrittrice Cristina Vichi. Si tratta di “Tander – Dentro di noi l’energia dei fulmini”, una folgorante e coinvolgente storia d’amore e potere che trascina il lettore dalla prima all'ultima pagina.

Ma veniamo alla trama. Niki, Emily e Laila frequentano insieme l’ultimo anno delle superiori quando, un giorno, arriva un nuovo compagno di classe, Erkan, un ragazzo tanto bello quanto misterioso. Tutte sembrano essere attratte da lui, in particolare Emily e Niki mentre Laila, la più razionale delle tre, tenta di distogliere le amiche dal nuovo arrivato, senza successo. Cosa nasconde Erkan? E a quali pericoli fa riferimento Laila? Si sa, al cuor non si comanda, e ben presto le tre si troveranno catapultate in un inimmaginabile mondo fatto di arcani misteri e potenti fulmini, tra Tander e spietate Dee della Natura.
Tander, Cristina Vichi

“Tander” (selfpublishing, maggio 2017, editing e grafica di copertina a cura di Emanuela Navone) è avventuroso, magico, sognante e nonostante un inizio che potrebbe sapere di già sentito la storia si sviluppa poi in maniera molto piacevole, appassionante, con personaggi particolari e ben riconoscibili.

Urban fantasy è il genere, si passa così da una semplice e comune giornata trascorsa tra i banchi di scuola ad una spiaggia deserta in cui si manifesta una pioggia di fulmini che potrebbe ammazzare chiunque.

Non mancano i riferimenti a temi attuali come il bullismo o il razzismo nei confronti di chi viene considerato ‘diverso’ a causa di insensati luoghi comuni.

“Tander” è una di quelle storie d’amore d’altri tempi, di quelle che vanno oltre tutto e tutti. È l’esempio di come nulla possa essere impedito se lo si desidera con tutte le forze. Con in aggiunta un po’ di ‘scintille’ a rendere il tutto più emozionante ed un pizzico di ironia che non guasta mai.

Un romanzo da leggere tutto d’un fiato per trascorrere qualche ora in piacevole compagnia e scoprire nuovi elettrizzanti mondi.    


TITOLOTander: Dentro di noi l’energia dei fulmini
AUTRICE: Cristina Vichi
GENERE: Urban Fantasy
EDITORE: selfpublishing
PAGINE: 315
PREZZO CARTACEO: € 12.00
PREZZO E-BOOK: € 2.99 (Aderisce al Kindle Unlimited)
LINK D'ACQUISTO: QUI


Biografia di Cristina Vichi:
Cristina Vichi
Cristina Vichi vive a Riccione, insieme al marito e tre figli.
Ha sempre amato molto inventare storie, ma dopo la stesura del primo romanzo la scrittura diventa una passione vera e propria. L’incontro con la Editor Emanuela Navone è illuminante, perché le permette di sperimentare l’universo della scrittura con maggior consapevolezza e nuovi stimoli.
Quando si conclude un romanzo non conta solo il risultato in sé, ma soprattutto il percorso che l’autore ha compiuto per arrivare a mettere la parola fine alla sua opera.

Di seguito le sue opere:

- “Celeste: L’Ardore di una Donna” (Seconda edizione: 24/07/2016). Romance/Avventura autoconclusivo e prequel di “Celeste: La Forza di una Regina”.
- “Destini Ingannati” (Seconda edizione: 06/01/2017). Romance/Mistery autoconclusivo.
- “Celeste: La Forza di una Regina” (10/08/2016). Romance/Avventura autoconclusivo e sequel di “Celeste: L’Ardore di una Donna”.
- "E se poi te ne penti?!” (01/12/2016). Romance/Humor, autoconclusivo.

Blog Autrice: CristinaVichi Blog
Pagina Facebook: CristinaVichi Autrice

sabato 13 maggio 2017

“L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio: un romanzo indimenticabile tra figlie, madri e affetti mancati

L'Arminuta, Donatella Di Pietrantonio
“Nel tempo ho perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure.”
Lei è l’Arminuta (la ritornata), l’altra sua sorella Adriana. Poi il fratello Vincenzo e quei genitori “veri” che dopo quattordici anni l’hanno ripresa con loro, nonostante lei fosse cresciuta con altre persone. Un giorno così, senza preavviso, ha dovuto raccogliere le sue cose e trasferirsi dalla città sul mare, in Abruzzo al paese di montagna che la vide nascere. Ma lei non capisce il perché di tutto questo. Ha fatto qualcosa di male per il quale motivo si siano stancati di lei? E quanto i suoi veri genitori sono felici di riaverla lì? Forse non hanno neppure il tempo di pensarci, presi dal lavoro e dalla numerosa famiglia. Se non altro c’è Adriana, quella sorella fino a poco prima sconosciuta, così diversa ma così simile nel profondo. E poi chissà, forse un giorno gli altri genitori la vorranno nuovamente con loro e sarà stato tutto un sogno

Non avevo mai letto nulla di Donatella Di Pietrantonio ma da tempo vedevo girare questo libro la cui trama mi incuriosiva. Poi il messaggio di un’amica, una lettrice assidua ed appassionata, che ne parlava come di uno dei più bei libri mai letti, e mi ci sono buttata. Posso ora dire che aveva ragione. “L’Arminuta” (Einaudi, febbraio 2017) è un qualcosa di unico, una storia raccontata in maniera così diretta da colpire con ogni parola ed immagine. 

Definirlo romanzo di formazione sarebbe riduttivo perché è molto di più. Si scava tra i sentimenti umani, con uno stile scarno e per questo ancora più diretto l’autrice sonda i misteri dell'essere madre e tutto ciò che essa implica. Lo fa dal punto di vista dei figli, di ciò che loro percepiscono e talvolta fanno fatica a comprendere. Osserva i comportamenti dei figli e dei genitori, senza tralasciare nulla né da una parte né dall'altra. 

Ed il lettore ascolta inerme, si immerge nella storia, vorrebbe poter abbracciare le protagoniste, queste donne così forti ma umanamente sensibili e talvolta sfinite in maniera inevitabile.
Donatella Di Pietrantonio

“L’Arminuta” è spiazzante, ti travolge e ti lascia così, senza parole per quelle verità scomode e per troppo tempo nascoste, senza la possibilità di versare una lacrima per quelle bambine e donne che hanno dovuto affrontare una realtà non certo semplice. 

E poi ci sono le madri, la madre, quella biologica, povera di gesti d’affetto per i figli, l’altra madre, quella che ha rimandato indietro la figlia come un pacco divenuto indesiderato, e la madre dell’amica che tenta di donare un po’ del suo affetto.

C’è poi l’Abruzzo con la sua terra aspra, la montagna, il mare e c’è Adriana, la sorella inattesa, così piccola e selvaggia e fonte preziosa di amore, comprensione, così giovane ma testimone involontaria di storie e fatti che l’hanno fatta crescere troppo in fretta. Un pezzo di storia italiana tra i più veri. 

“Ci siamo fermate una di fronte all’altra, così sole e vicine, io immersa fino al petto e lei al collo. Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia.”

Ci si ritrova così a riflettere sull’importanza dell’infanzia ben vissuta, sul rapporto tra figlia e genitori, sul passato e sul futuro. E l’Arminuta diventa una sorta di metafora della vita, la protagonista di una storia che potrebbe essere reale, uno dei più bei personaggi femminili della letteratura italiana. 

L’Arminuta non si dimentica, la si ama e conclusa l’ultima pagina si continua a stare con lei e a chiedersi cosa stia facendo ora senza di noi.



lunedì 8 maggio 2017

"A Disabilandia si tromba" di Marina Cuollo; quando l’ironia scava nella realtà dell’umana ignoranza

A Disabilandia si tromba, Marina Cuollo
“Il pregiudizio è aggravato da una distorsione tipicamente sessista: la sessualità è un aspetto naturale al massimo nella vita di un uomo, che ha bisogno di svuotare il sacchettino con una certa regolarità. Le donne, invece, possono farne tranquillamente a meno. C’è l’uncinetto, no? Non è un problema solo di pensiero, perché questo diventa così asfissiante da trasferirsi al corpo: le ragazze disabili non ricevono un’adeguata educazione sessuale (o non la ricevono affatto) e sono del tutto inabili (stavolta il termine è giusto) ad affrontare i cambiamenti e i desideri del proprio corpo, le cui energie e tensioni vengono dirottate su surrogati e/o sostituti psichici.”
Se temi le polemiche, le provocazioni e quanto di scorretto, ma profondamente reale, possa esserci in questo libro, attento, non fa per te. 

Ma se invece sei pronto a metterti in gioco, sei un tipo ironico e non hai paura di ritrovare alcuni atteggiamenti che ti appartengono allora prego, fatti una bella risata ma non dimenticare di riflettere in maniera seria di tanto in tanto.

Sì, perché “A Disabilandia si tromba” (Sperling & Kupfer, aprile 2017, con un'introduzione di Mara Maionchi) non è un fantasy porno come alcuni potrebbero pensare e non si parla neppure di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili anche se certamente l’autrice ci mette in guardia sul frequentare determinati individui ‘pericolosi’. 

L’autrice, Marina Cuollo, classe 1981, napoletana, laureata in Scienze biologiche e Dottore di ricerca in processi biologici e biomolecole è nata con una rarissima sindrome genetica, come lei stessa racconta.

“Oggi ho trentasei anni, e quando sono nata nessuno ci avrebbe scommesso mille lire che ci sarei arrivata. Sono venuta al mondo con una sindrome genetica molto rara: la Melnick Needles, che non è una marca di siringhe ma un’osteodisplasia scheletrica che a fine 2016, ovvero il momento in cui scrivo, conta un centinaio di casi in tutto il mondo.”

Nonostante ciò, come avrete cominciato ad intuire, lei è una donna come tante altre, con desideri, aspirazioni, sogni, un lavoro e ora anche un bellissimo libro, ricco di ironia che tutti dovrebbero leggere.
Marina Cuollo


Se dotati di sufficiente intelligenza ci si può sbellicare tra le pagine di “A Disabilandia si tromba”: si parla di disabili, di “normodotati”, di teorie scientifiche e di misteriosi comportamenti usuali anche tra i portatori di handicap.

“Il momento esatto della venuta in Terra del disabile resta un mistero. Numerose sono le ipotesi formulate da scienziati di tutto il mondo, soprattutto riguardo lo scopo della sua comparsa. Secondo la corrente del negazionismo disabile, per esempio, questa figura nasce con il recondito fine di spillare soldi allo Stato.”

Si parla della questione della figura dell’assistente sessuale, sempre più dibattuta ma ancora non definita a livello nazionale. Si parla del diritto di vivere la propria vita come si desidera, di sentirsi parte di un qualcosa senza etichette.

“Uno sguardo normale, tra esseri umani sullo stesso pianeta, è raro come trovare un diamante per strada.”

Una prima parte è così dedicata ai normodotati (siete un Homo misericordiosus o vi riconoscete maggiormente nell’Homo indifferens?), una seconda alle varie tipologie di disabili (dal disabile stracciapalle al Leader della disabilità) fino all'incontro tra i due ed i vantaggi che gli uni possono avere dagli altri e viceversa.

“Il disabile conviene. Essere suo amico ancora di più. Ne hai mai accompagnato uno a concerti, partite, eventi in generale? No? Principiante.”

Sesso e disabilità
Ma soprattutto Marina Cuollo vuole far comprendere ai lettori che un disabile non è un extraterrestre ma una persona che vive sulla Terra come chiunque altro, che ama, esiste, piange e gioisce, è uno di noi, per quanto talvolta si pensi il contrario.

I tabù non esistono più al giorno d’oggi o vi siete forse scandalizzati per la copertina o per il titolo di questo libro? 

Allora leggete queste pagine, pensate mentre lo fate e chissà che non possiate ricavarne qualcosa di buono. E se dopo l’ultima pagina e l’ultima risata penserete che l’autrice sia stata irriverente  e provocatoria allora sì, qualcosa avete capito e di tanto in tanto provate a mettervi nei panni degli altri, senza giudizi né suggerimenti inutili, ma con un pizzico di comprensione e sensibilità

“Non posso dirvi come si trova un amico, ma posso confermarvi che non si fa amicizia leggendo trattati di psicologia o di medicina. Basta ascoltare. Dare e ricevere. Dalla stima ai biglietti del concerto. L'amicizia è questo.” 


mercoledì 3 maggio 2017

“Una foca in salotto” di Judith Kerr: una fiaba per piccoli e grandi sul coraggio e l’amore per gli animali

Una foca in salotto, Judith Kerr
“Le scale si rivelarono più impegnative ma ci si arrampicò, con la piccola foca che emetteva un versetto a ogni gradino. A un certo punto gli sembrò di sentire una porta schiudersi da qualche parte, ma non apparve nessuno. Entrando nel suo appartamento per poco non cadde all'interno, barcollò fino in bagno e adagiò con cura il cucciolo nella vasca. Poi si accasciò sulla tavoletta del gabinetto. Ce l’aveva fatta! Aveva soccorso il cucciolo e lo aveva portato in casa senza problemi. E l’indomani lo avrebbe trasferito allo zoo.”

Mister Albert Cleghorn, una vita trascorsa nel suo negozio ora venduto ad un ottimo offerente, dovrà riorganizzare le sue giornate per non sprofondare nella noia. 

Decide così di andare finalmente a trovare il cugino William che così tante volte nel passato lo aveva invitato a stare qualche giorno da lui, in una cittadina sulla costa inglese, con tutta la sua famiglia. 

È lì che si imbatte, su uno scoglio in mezzo al mare, in una piccola foca dai grandi occhi scuri che ogni giorno attende affamata la sua mamma con il cibo. Fino a quando la madre non torna più, forse ammazzata da qualche pescatore convinto che la foca gli porti via il pesce, e Mister Cleghorn decide di prendersene cura portandola in casa in attesa di trovargli un posto adeguato in uno zoo.

“Una foca in salotto” (Rizzoli, Marzo 2017, traduzione di Bérénice Capatti, titolo originale “Mister Cleghorn’s Seal”), scritto e illustrato da Judith Kerr (classe 1923, di famiglia ebrea, fuggì con i genitori e il fratello in Gran Bretagna dove vive ancora oggi; autrice di “Quando Hitler rubò il coniglio”), è una bellissima fiaba per piccoli e adulti con un tocco autobiografico, nonostante la storia possa apparire completamente assurda, che riporta indietro nel tempo a quando il padre dell’autrice era giovane.
Judith Kerr

"A parte la bella scrivania con la sua sedia, inutilizzate, la stanza conteneva varie cose che mio padre  aveva riportato dai suoi viaggi, e tra queste c'era una piccola foca imbalsamata che se ne stava tranquilla sul pavimento lucido."

Questo è uno di quei casi in cui la copertina svolge un ruolo centrale, è stato poi sufficiente leggere la trama e in seguito l’intera storia per innamorarmi di questo volumetto di poco meno di cento pagine racchiudente bellissime illustrazioni.    

Una storia d’altri tempi più reale di quanto si possa immaginare, al termine della narrazione se ne comprende il motivo, ma al tempo stesso intrisa di magia, dai toni lievi ricchi però di immagini, pensieri, visioni passate e future. Una storia di animali, di pratiche crudeli talvolta necessarie, di zoo e di circhi e di nuovi progetti.

L’esempio di come tutto possa realizzarsi, se spinti dall'amore e dal coraggio, indipendentemente dall'età e dalle altrui volontà.