martedì 20 giugno 2017

"Absence: Il gioco dei quattro": il suggestivo esordio Fazi di Chiara Panzuti in bilico tra incorporeità e follia


Absence, Chiara Panzuti
“Qualcuno, nel mondo, aveva deciso di farmi questo. E non potevano esserci motivazioni di odio o ripicca, perché non avevo nemici. Ero sola, destinata a un cambiamento continuo, e neppure gli amici facevano in tempo a farsi un’opinione su di me. È così dannatamente semplice sentirsi invisibili.”
Avete mai provato la sensazione di essere ignorati da qualcuno? Quando parlate e nessuno sembra ascoltarvi? O quando vi trovate in mezzo a tante persone ma è come se foste soli? E avete mai avuto paura di essere dimenticati dalle persone alle quali tenete? 

Se la risposta è positiva non vi sarà difficile calarvi nelle vite dei quattro protagonisti di “Absence: Il gioco dei quattro” (Fazi Editore, collana LainYA, giugno 2017), il primo capitolo della trilogia di Chiara Panzuti, giovane scrittrice milanese, classe 1988.

Tutto parte con Faith, una sedicenne finita a Londra con la madre in attesa di una bambina, dopo l’ennesimo trasloco. Ma tutto ad un tratto lei non l’ascolta più, la ignora completamente, come se fosse diventata invisibile. È l’inizio di un incubo, nessuno la vede né si ricorda di lei. La stessa madre parla con gli altri come se la figlia non fosse mai esistita. 

Poi l’incontro con un uomo vestito di nero che le consegna delle lenti a contatto, degli auricolari e un biglietto con su scritto 0°13'07''S78°30'35''W, torna a vedere”. Cosa significa tutto questo? E dove il lungo viaggio porterà Faith e i compagni di viaggio, anche essi divenuti invisibili, Jared, Christabel e Scott?

“Absence: Il gioco dei quattro”, genere young adult, è un libro davvero particolare e diverso dai soliti che avete letto fino ad ora. Si parte da situazioni reali facenti parte della quotidianità di gran parte di noi per sfociare in una condizione paradossale in cui niente è come sembra e tutti devono guardarsi le spalle per il timore di perdere anche quel poco che ancora possiedono. 
Chiara Panzuti

“Ero non-vista in mezzo ai non-visti. Perché Jared aveva ragione, alla gente non importava del mondo attorno.”

La parola che resta in mente dopo la lettura è alienazione. Tutto gira intorno a questo, alle paure dell’essere umano, al rischio di essere dimenticati e rimanere soli. È una condizione terribile ma non troppo lontana da ciò che accade nel mondo. 

Grazie alle nuove tecnologie e ai social si ha l’impressione di far parte di una rete senza fine ma siamo certi che la solitudine non si nasconda proprio in ciò?

“Absence” fa riflettere e rabbrividire al tempo stesso e proprio per questa ragione risulta incredibilmente attuale. E cosa rimane infine ai protagonisti e al lettore se non il cercare di avere fede, Faith, nei confronti degli altri, di sé stessi e del mondo che ci circonda, tra sentimenti altalenanti e nuove consapevolezze? 

“Perché? È possibile diventare invisibili? Ed è possibile dimenticare chi ami? Perché? Tornare a vedere. Ma chi ero io? E cosa dovevo vedere esattamente?”

Se perciò avete voglia di leggere qualcosa di diverso (che in alcuni, pochissimi, tratti ricorda “Maze runner – Il Labirinto” di James Dashner, Fanucci Editore), di coinvolgente e sconvolgente, in cui si viaggia in maniera avventurosa per il mondo, allora è il libro per voi.   

E per chi, come me l’ha già divorato, non resta che attendere l’uscita dei prossimi due capitoli, “L’altro volto del cielo” e “La memoria che resta”.

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